Una volta gettato l'oggetto si liberò degli abiti ed estrasse il cazzo, inculò prima Jenny palpandole con la destra le tette, mentre con due dita della sinistra mi penetrò il culo, poi venuto, estrasse il cazzo dal culo della mia amica, e gocciolante ma ancora grosso, turgido e duro me lo infilò nel mio
Si Padrone ...- Riuscii a dire e Jenny con voce rotta rispose : Si Padrone ci hai sfondato hai un cazzo durissimo da Padrone e dominatore, siamo le tue puttane ...fai di noi quello che vuoi ...-
Dopo l'inculata si lasciò cadere sul divano e ci ordinò di pulirgli il cazzo con la lingua, ubbidimmo prendendoglielo alternativamente in bocca, mentre con le mani ci accarezzò le schiene, arrivando a penetrarci con due dita il buco del culo, dopo averlo soddisfatto rimanemmo una buona mezz'ora seduti ai suoi piedi, mentre all'esterno ancora scrosciava la pioggia.
Forse si assopì per qualche minto, poi si scosse e ci intimò di consegnarli i soldi che avevamo, sfruttando le precauzioni di Jenny gli consegnammo alcune banconote e gli orologi, roba da poco : ..Non abbiamo altro gli dissi -
Lui rise e dopo un : Vedremo - Ci disse di preparargli da mangiare , ci condusse ancora nudi in cucina dove gli servimmo carne e formaggi ed anche se mussulmano, ingoiò due birre. Saziato anche di cibo, pensavamo volesse portarci a letto , invece dopo averci osservato mentre lavavamo i piatti e sistemavamo la cucina , fumò una sigaretta , ci fissò e disse : Pensate di fregarmi ? - Cosa ? -Risposi e Jenny subito aggiunse : No, no Padrone
Urlò : Credete che mi accontenti di pochi soldi e due aggeggi, avrete sicuramente altro ! - Si alzò di scatto e con movimenti rapidi ci legò sul tavolo, con il ventre di sotto, poi prese nuovamente la frusta e ci inflisse colpi violenti sul culo, gridammo, implorammo pietà ma resistemmo.
No no pietà padrone, parliamo - Jenny gli comunicò subito dove poteva trovare il resto delle cose nascoste nell'appartamento, apparve soddisfatto, ci slegò e ci condusse in camera, nuovamente eccitato ci inculò nuovamente.
Poi gli praticammo due pompini, succhiandoglielo e pugliendoglielo con la lingua, infine ci addormentammo con lui in mezzo a noi, e le nostre mani sul suo cazzo, riuscimmo a dormire mentre fuori, si stava scatenando ancora il temporale con tuoni e fulmini, udimmo lo scrosciare della pioggia e l'infuriare del vento che scuoteva le fronde di vicini alberi.
Alla mattina gli servimmo la colazione con dolci e caffè , per quelle ore la nostra schiavitù era terminata, si rivesti e sorprendendoci ci baciò sulla bocca e lasciò l'appartamento.
Ci affacciammo al balcone , lo vedemmo attendere qualche minuto poi salire su di un'auto scura che passò a prenderlo, : Ha degli amici -Commentai e Jenny aggiunse : Speriamo non sia una gang, che non ci rapiscano per tenerci come schiave e farci prostituire ..- : Se così ? - Chiesi spaventato : Eh ! speriamo di no , se potremo fuggiremo altrimenti...ci arrenderemo ...cos'altro potremo fare - Rispose lei
Il vento ed il temporale avevano scacciato il maltempo ed era tornato a splendere un bel sole, ci recammo in spiaggia , stesi sui lettini osservammo il passaggio di alcuni venditori, nessuno di loro si avvicinò.
Passò quella donna e quel giovane ed avemmo l'impressione che loro e non solo, ci guardassero in modo insolito, quasi sapessero cosa avevamo fatto cioè che eravamo gli schiavi anzi le schiave di quel Kamal, li notammo anche confabulare .
La giornata trascorse normalmente, tra sole e bagni, ci sentimmo anche stranamente tranquilli, sereni , nel pomeriggio dato uno sguardo all'ora Jenny decise : Dai andiamo meglio non adirare il Padrone per un ritardo, poi dobbiamo fare un po' di spesa...quegli sguardi, le parole che hanno scambiato, potrebbe arrivare con gli amici, non voglio che ci frustino e torturino perchè c'è poco da mangiare o da bere.
No ! abbiamo goduto no ? ormai siamo..in ballo...non ripresentarci ? potrebbe incazzarsi e rapirci , no andiamo ! - Precisò lei, io sottolineai : Non ne abbiamo parlato con nessuno, non abbiamo neppure qualcuno con cui consigliarci -
Si una cavolata, magari con un prete sbagliato come per quella faccenda...potrebbe volerci inculare anche lui ! - Dopo qualche passo disse ancora : Oh Stef, caro, se non ti va più, se hai fifa...scappa a casa, io vado anche da sola e sarò la sua schiava -
Come in precedenza dichiarai subito prendendola per mano : No, no ! ..".sorellina."..quello no ! non ti lascerai mai andare da sola...noi giochiamo insieme ! - - Lo so, lo so caro..."fratellino" - Concluse lei e chiudemmo l'argomento continuando a camminare in silenzio.
Se siamo in ritardo puniscici Padrone . Disse Jenny accennando un inchino con le braccia nude piegate e le mani abbandonate sulle cosce , lui rise e commentò
No anzi, avete fatto bene a prendere da mangiare e bere, ho portato un'amica ed un amico, saranno anche loro i vostri padroni e vi avrei punito se non aveste rifornito il frigo, ora però schiavi spogliatevi e pulite il bagno e la sala.
Ubbidimmo, il bagno l'avevano usato ed era in condizioni terribili, poi tornammo nella sala , ci inginocchiammo, sfilammo le scarpe ai nostri padroni ed iniziai a massaggiare i piedi alla donna, mentre Jenny riempiva una tinozza d'acqua calda , con quella lavammo i piedi ai nostri padroni , che apprezzarono visibilmente le sottomissione .
Era stata un'idea della mia amica, in bagno mi aveva sussurrato : Più siamo sottomessi e più facilmente eviteremo frustate, speriamo si limitino al sesso, mmhh godrò ad essere la schiava di una negra...è bellissima ! probabilmente è una somala
Poco dopo ci ordinarono di servirgli la cena, apparecchiammo la tavola e servimmo pasta al sugo, carne, formaggi innaffiando con vino e birra, mangiarono e bevvero a sazietà, quasi come maiali.
Durante la cena ci ordinarono di farli godere da sotto la tavola, Jenny leccò la figa della nera, io masturbai il giovane e Kamal, poi leccai anch'io la donna mentre l'amica, praticava un pompino al giovane , subito dopo alternammo leccatine e pompini al cazzo di Kamal .
Finito di mangiare ci consentirono di consumare anche noi qualche cosa facendo scivolare sul pavimento scodelle e bicchieri, poi sollecitandoci con colpi inflitti sulle nostre schiene e culi con quella striscia di cuoio, ci fecero sparecchiare, riordinare e pulire la cucina, infine ci portarono a letto.
La nera che sovrastava di corporatura la mia amica, le disse con un tono sorprendentemente gentile: Vieni piccola schiavetta bianca, fammi godere nuovamente - Noi tre rimanemmo qualche istante ad ammirarle mentre, nude si abbracciavano baciandosi sulla bocca, leccandosi e baciandosi le tette e poi realizzando un 69, godendo introducendo le lingue nelle fighe.
Il giovane nordafricano smise di guardare e mi afferrò, mi sbattè sul letto e mi fece nuovamente il culo, Kamal afferrò Jenny e l'inculò mentre stava ancora leccando le tette all'africana, che poco dopo mi disse di farla godere anch'io con la lingua, ridendo e dicendo : Vediamo chi è più bravo di voi due schiavi anzi schiave bianche e cristiane a leccare
Finalmente soddisfatti ci lasciarono stare, ci addormentammo e rimanemmo tutte e 5 avvinghiati sul letto, Jenny in mezzo ai due negri ed io, ai piedi del letto, accanto alla nera che mi fece leccare le tette e mi permise di scoparla ed incularla
Girandomi sulla destra detti uno sguardo al grande specchio appeso alla parete della camera che restituì l'immagine dei nostri corpi bianchi, in mezzo ed abbracciati a quelli di quei neri. All'esterno un po' di vento che s'era alzato, faceva frusciare gli alberi che circondavano il residence, in lontananza si poteva udire le musica di un'orchestrina.
Ai primi raggi di sole Jenny mi toccò il braccio facendomi cenno di alzarci, restando nudi, come ci avevano ordinato di rimanere, ci recammo in cucina, lei mi disse sottovoce : Stef prepariamo la colazione ai nostri padroni, speriamo non si sveglino di cattivo umore e non decidano di frustarci o torturarci -
I timori di Jenny furono infondati, poco dopo i tre si svegliarono e ci consentirono di consumare la colazione a tavola con loro, quasi come, a parte che noi restammo ancora nudi, un bizzarro gruppo famigliare o di amici.
Kamal in effetti come padrone era stato anche violento ma stava mantenendo le strane regole che avevamo concordato, ed alla mattina quindi la nostra schiavitù si interrompeva. Un'ora dopo che i padroni ci avevano lasciato, raggiungemmo la spiaggia e l'ombrellone, per una tranquilla giornata di mare, a parte come ci confidammo, il bruciore al buco dei nostri culi, dovuto alle dimensioni dei cazzi di quei due negri. ed al loro impeto
Un bruciore che parzialmente attenuammo, rifugiandoci in una cabina e spalmandoci una pomata che provvidenzialmente Jenny non aveva dimenticato di portare.
Loretta
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