Avventure e disavventure con una meravigliosa amante Pugliese. Dal mio amico Giovanni un racconti in versi per narrare la sua avventura eccitante e libertina. Lettrice o lettore che ti imbatti in queste righe, ti lascio qualche informazione. I luoghi sono reali, il resto un po' si e un po' no. Ho riportato solo 11 delle decine di torri costiere...anche se ne abbiamo visitate tante altre. Metrica variabile o inesistente? Rime approssimative? Metafore stiracchiate e esagerate? Lo so, è stato scritto solo per giocare un po'. Non è poesia, è una specie di canzonaccia da osteria. Il nome Tarentilla è preso da uno scritto di Gneo Nevio, riemerso dalla memoria del liceo; è il soprannome che avevo dato alla protagonista prima di conoscere il suo vero nome. Prima di "TORRI DELLA COSTA IONICA" trovi qui sotto due versi che ho messo insieme a partire dall'ottimo breve lavoro di Fernando Pessoa. Ho lasciato intatta la prima riga che condivido pienamente; il seguito l'ho cambiato, mi serviva qualcosa per volare un po' più alti prima di cadere nella canzonaccia. Spero che Pessoa mi perdoni.
E' l'amore che è essenziale. Il sesso è solo un espediente per rendere la vita divertente. Cerca di farlo in modo intelligente e miglioralo se senti che è sbagliato.
Tutto è iniziato alla torre dell'Ovo: la Tarentilla, conosciuta in spiaggia meno di un'ora fa, con oli e creme mi massaggia. Ha un talento innato; con le sue mani me lo ha ben lucidato, che sembra nuovo, se ci penso mi commuovo.
Alla torre di Sant'Isidoro dietro una fitta siepe di alloro con tocco gentile il foro le esploro; mugola e si bagna, la adoro! ...e mi intosto come un toro.
Tra le canne di torre Borraco di baci mi ha fatto sentire ubriaco, poi è scesa in basso e con impegno mi ha succhiato; ora, se dalla torre togli "co" e una esse hai prefissato saprai cosa ha ingoiato.
Sugli scogli piatti a torre Colimena nella sua fessa la mia lingua si scatena mobile e poderosa come coda di balena. E lei gode, si dimena, inarca la schiena, ma ha la vescica piena... ...che doccia che mi fa! ...e ride come una iena! Una scena davvero oscena.
A torre Inserraglio mi chiede il boccaglio e dopo una lunga iperventilazione capisco che ha bisogno di una buona immersione. Così, nello spiraglio le accomodo il battaglio, e per mezz'ora fino in fondo la scandaglio, poi mi incaglio; son venuto con un sonoro asinino raglio!
Su una panca, vicina a torre Chianca, di accoppiarsi con me non è mai stanca. Di fronte, a pecora, di lato, a cavallo. Poi in piedi, e sull'erba, eppure sento come se qualcosa manca.
Così, a torre San Pietro (c'è troppa gente e fumo di piretro) le chiedo se le andrebbe di prenderlo di dietro; "...vorrei provare", risponde.
Nella grotta sotto torre Uluzzo ce l'ho duro come calcestruzzo. Di dietro, lentamente, fino in fondo, l'ho infilato... ...ma ho sentito un gran puzzo. Sconcertato, sento arrivare il primo schizzo con un guizzo l'ho sfilato, neanche un minuto son durato; e le sue belle natiche ho coperto di bianco seme con un grande spruzzo, come la neve sui monti dell'Abruzzo.
Nella macchia dietro torre Castiglione tentiamo con passione un'altra posteriore esplorazione. C'è grande eccitazione. Me lo accudisce con devozione; e quando è diventato un nodoso bastone nel retro lo ha accettato, e a lungo ha cavalcato sovrumana erezione fino a goderne, in piena convulsione. Chiaro era quando è entrato, ma è uscito marrone...
L'indomani alla torre Squillace parliamo del secondo tentativo audace; è seria e mi dice "ho goduto, ma non mi piace.". E io, con occhi da batrace e faccia di bronzo di Riace: "Scusami.." rispondo, "..anche un porco come me si dispiace. Ti prego, facciamo pace!". Sorride, ha di nuovo il suo sguardo vivace e mi porta...
... a torre Lapillo, a giocar col birillo e gustare con gioia un altro zampillo.
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