Sta cazzo di suoneria, giuro la prossima volta gli spacco il telefono.
Rimango seduta nuda sul divano mentre lui, dopo avermi spostato si alza e va a rispondere mettendosi davanti alla finestra appoggiato al muro.
Passo lo sguardo prima sul televisore muto e poi di nuovo su di lui intento a parlare di lavoro. Ogni volta che siamo insieme lo chiama questo suo ex collega, non lo sopporto proprio, non so come faccia ma sa sempre come rovinare il momento.
Penso di iniziare ad odiarlo.
Capirei le sue chiamate se fossero questioni di vita o di morte, ma lo chiama solo per fare due chiacchiere o procurargli altro lavoro.
Non so molto su questo amico, solo quello che mi ha raccontato lui ogni tanto, mi ha anche passato il suo contatto, forse voleva che gli scrivessi per conoscerlo, ma non l’ho mai fatto, mi ha sempre dato l’impressione di essere una persona fredda e distaccata e poi non ho ancora capito il rapporto che c’è tra i due.
La cosa certa è che, se non smette subito di parlare di lavoro e non torna con la faccia tra le mie gambe, potrei lanciargli il telefono fuori dalla finestra.
Mi alzo, vado vicino a lui e inizio a baciargli il collo, dove la barba finisce e mi pizzica le labbra.
Passo delicatamente le dita e le unghie sotto la sua camicia scendendo fin dove la pelle incontra i jeans.
Ha una pelle così morbida e allo stesso tempo un corpo così ben scolpito.
La sua mano mi stringe forte a sè, gli mordo leggermente la carne sopra la spalla, lui mi lascia andare.
Non voglio che mi tenga ferma, so che non gli piace che lo disturbo mentre lavora, ma sono eccitata e voglio giocare.
Mi inginocchio ai suoi piedi, le mani passano lentamente sopra i pantaloni, gli slaccio la cintura.
Voglio vedere se ora riesco ad attirare la tua attenzione o lui è più importante.
Abbassa lo sguardo su di me, poi torna a guardare fuori dalla finestra i passanti mentre risponde a una domanda posta dall’altro capo del telefono.
“Dovrebbero concludere la transazione giovedì pomeriggio, ci sarai anche tu?”
Apro il bottone dei jeans e abbasso la zip, porto il mio sguardo su di lui, nessuna reazione, è impassibile mentre io sono un fremito di voglia, ho voglia di lui, delle sue mani calde che mi accarezzano i seni, della sua lingua sui miei capezzoli, delle sue labbra che mi lasciano baci bollenti lungo tutto il corpo.
“Cosa ne pensi invece dell’acquisizione che intendono fare?”
Faccio scendere i jeans mentre mi avvicino di più ai suoi boxer, ho la bocca a mezzo centimetro dal tessuto che copre il suo cazzo.
Passo lentamente la mano sul rigonfiamento del tessuto partendo dall’alto e andando verso il basso, verso la cappella.
Mi piace sempre vedere l’effetto che ho sul suo cazzo, mi basta sfiorarlo e si sveglia. Quanto vorrei che la smettesse di parlare con quella testa di cazzo del suo amico, lo sa che non mi piace come persona e men che meno mi piace che disturba i nostri momenti.
Alzo lo sguardo e trovo i suoi occhi fissarmi.
“Che ne dici se settimana prossima ci incontriamo per un aperitivo?”
Porto le dita sul bordo dei boxer e li abbasso a livello delle ginocchia.
Avvicino la bocca fino a toccare la pelle calda del suo cazzo mezzo duro.
Mi piace da morire provocargli piacere, mi eccita essere lì in ginocchio pronta a succhiarlo e avere i suoi occhi addosso che mi guardano mentre lo tocco.
Lo bacio scendendo verso la cappella, con la mano tiro indietro la pelle e vedo che è leggermente umida. Gli dò una leccata partendo dal frenulo. È così calda e morbida la cappella a sentirla con la lingua.
Mi stacco e torno a guardarlo.
“Se stasera passi ti lascio il materiale e ne riparliamo poi settimana prossima”
Prendo la cappella in bocca e inizio a passarci la lingua, sento le sue gambe diventare rigide mentre il cazzo diventa più grosso nella mia mano e tra le mie labbra.
Mi piace quando reagisce così, mi eccita e sento il clitoride pulsare.
Faccio scorrere le labbra lungo la sua erezione, riempiendomi di più la bocca.
Sussulta.
“Senti, oggi mi sono preso un giorno di ferie, ti mando un messaggio dopo per dirti quando passare, ciao”
Si appoggia meglio al muro appoggiando il telefono sul mobile vicino.
“Lo sai che si tratta di lavoro e non mi devi disturbare”
Passo la lingua sulla cappella mentre è nella mia bocca, in risposta lui appoggia le mani sulla mia testa tra i capelli e mi guarda.
Mi sento come un cucciolo che vuole compiacere il suo padrone e questo mi fa bagnare ancora di più, un brivido mi percorre e i miei capezzoli diventano talmente duri da far male.
Faccio scivolare fuori il cazzo dalla bocca.
“Richiamalo”
“Non ti sarai offesa?”
“No, voglio che lo richiami e gli racconti esattamente cosa ti faccio, scommetto che gli piacerebbe”
“Sei fuori?”
“Dai fallo, voglio giocare un po’ e poi lo sai che mi piace provocare, mi piacerebbe giocare con te e sapere che un’altra persona si eccita per colpa mia”
“Non mi sembra una buona idea”
“E perchè no? Da quello che mi hai raccontato di lui, per me gli verrebbe il cazzo di marmo a sentire quello che faccio a te”
Si allunga e prende il cellulare dal mobile, tocca lo schermo e poi se lo porta all’orecchio. Sento squillare.
Passo la lingua intorno alla cappella, è così calda e inizia a uscire qualche gocciolina, la raccolgo con la lingua, ha un sapore forte e salato.
“Ciao, si scusa ho chiuso velocemente. Lasciami parlare. Ti ricordi della ragazza di cui ti ho parlato? Ecco è inginocchiata nuda davanti a me col mio uccello tra le labbra”
Passo lentamente la mano su e giù dal cazzo segandolo leggermente mentre lo guardo negli occhi dove vedo quanto gli piace la situazione. Nei miei occhi penso legga quanto sono eccitata, quanto ho voglia di lui e di sentirlo dentro di me.
“Dovresti proprio vederla, è così vogliosa di cazzo. Mi ha detto lei di richiamarti”
Prendo saldamente il cazzo alla base con la mano e porto più cazzo nella mia bocca, fino a far toccare la mano con le labbra.
Geme.
Io ho un altro brivido di piacere, vorrei toccarmi ma mi eccita di più provocargli piacere, sentire come geme e come il suo cazzo si fa sempre più duro.
“Mi ha preso tutto il cazzo in bocca e mi sta guardando”
Porto entrambe le mani sulle sue cosce e mi tengo, vado indietro con la testa fino a quasi far uscire il cazzo dalla bocca.
Avanti, indietro, avanti, indietro, avanti, indietro.
Il suo cazzo in gola mi fa quasi male ma mi piace troppo sentirlo gemere per smettere.
“Oh Cristo. Mi sta spompinando il cazzo che è una meraviglia”
Passo una mano sulle sue palle e gliele stringo.
Geme ancora.
Continuo a spompinarlo mentre gli stringo le palle.
Sento la sua mano che mi stringe i capelli, è allo stesso tempo rigido ma rilassato, se non rallento il ritmo so che presto verrà e a me non sta bene, voglio giocare ancora un po’.
“Te l’ho detto, è una piccola cagna, si eccita a sentire godere”
Faccio uscire il cazzo dalla bocca e porto la mano dalle palle alla base del cazzo, lo prendo saldamente, tiro fuori la lingua e inizio a schiaffeggiarmi da sola col suo cazzo.
So che è una cosa che lo eccita e di conseguenza eccita ancora di più me, sento il clitoride pulsare più forte e i miei umori correre lungo le gambe fino alle ginocchia.
“La zoccola ha iniziato a passarsi il mio cazzo sulla faccia, ha la lingua fuori e sorride, verresti solo a vederla”
Gli riprendo il cazzo in bocca e inizio a spompinarlo più velocemente.
Avanti indietro, avanti indietro, avanti indietro, avanti indietro. Sento il suo cazzo pulsare nella mia bocca, lui che geme.
Mi fa male la bocca ma vado più veloce, sono presa e non sento cosa dice al telefono. Continuo fin quando non sento un fiotto in gola e tutta la bocca piena di sborra, rallento facendo svuotare per bene le sue palle.
La sua sborra ha un sapore salato molto forte, mi brucia la gola ma mi piace, viene da lui.
Quando sono sicura che abbia finito mi tolgo il suo cazzo dalla bocca e lo guardo.
Vorrei ricominciare subito a baciarlo, segarlo e spompinarlo, vorrei tornare ad avere il suo cazzo in bocca e a dargli piacere.
“Mi ha appena fatto venire, ha ingoiato tutto, non ha lasciato nemmeno una goccia, il mio cazzo è pulitissimo”
Mi allunga la mano libera e mi fa alzare, mi fanno male le ginocchia e mi appoggio a lui, baciandolo sul collo.
Lui passa una mano tra i miei seni, sulla mia pancia e la porta tra le mie cosce.
“Ecco brava aprile”
Passa le dita lì in mezzo e io sussulto, il suo contatto mi ricorda quanto ancora ho voglia di lui.
Le toglie e me le mette davanti alla faccia, prendo la sua mano e mi porto le dita alla bocca, inizio a pulirle con la lingua, un dito per volta, ho un sapore forte, diverso da suo ma mi piace.
“Ha la figa fradicia e mi sta leccando la mano sporca dei suoi umori. Ora scusa ma ti devo lasciare, ho una cagna da scopare”
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