Giovanna e il Diavolo - 1 Prologo

  • Scritto da Giovannaesse il 07/12/2020 - 11:00
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Cari lettori, chi di voi segue da un po’ Giovanna e le sue avventure avrà probabilmente sentito che, ogni tanto, ella fa riferimento alle sue origini “stregonesche”. Ovviamente, al giorno d’oggi, questi cenni fanno sorridere, fanno pensare a un classico modo di dire... dopotutto amiamo giocare col fatto che, in ogni donna si nasconde una “strega”... Ma in questo caso non è così; effettivamente mia nonna era una Babayaga, per stirpe, e una mia bisnonna fu ricercata a lungo dalle guardia Bianca, ai tempi dello Zar di Russia, ma senza successo.

Le esperienze che vengo a narrare fanno parte dei miei ricordi segreti. Io le ho rivissute e raccontate sotto ipnosi; e il Maestro che mi ha interrogata non ha saputo (o non ha voluto) dichiarare se, questi avvenimenti che vado a narrare, io li abbia vissuti e poi rimossi, in questa vita o in una esperienza di esistenza precedente.

I

Il cicalino discreto del telefono mi svegliò, ma contrariamente alle mie abitudini, ero lenta, spossata e intorpidita.
Alzai la cornetta, ma non riuscii nemmeno a dire pronto: ero in uno stato di dormiveglia che non mi faceva distinguere tra sogno e realtà.
Non connettevo, non sapevo dove mi trovavo ... per fortuna quella sensazione svaporò e, sempre per fortuna, Iside fu delicata, premurosa e comprensiva e quindi non mi mandò “affanculo” dicendomi che alle otto mi aspettava per la colazione ... poi, sentendomi più presente, aggiunse:
- Anzi no, aspettami, tra poco sarò in camera tua ... voglio sapere tutto, ma proprio tutto! – disse allegra.
“Tutto cosa?” pensai tra me, ancora stordita. Ero sola nell’ appartamento e tutto era talmente in ordine e immacolato, che pensai non ci fosse stata alcuna orgia spettacolare, lì dentro, soltanto poche ore prima. Avevo sognato tutto?
Impossibile, senza nemmeno toccarmi fui certa di non essere più vergine.
Iside mi raggiunse mentre mi lavavo, eccitata e contenta volle sapere come era andata la notte precedente.
Mi disse che alla cena avevo già suscitato folli pettegolezzi e gelosie, e che molte brontolone avevano criticato l’ assenza del “signore”.
Lei gongolava di gioia, sapeva dov’ ero, e taceva, mentre le altre avrebbero voluto scorticarla viva ... dopotutto ero la “sua nipotina”.
Si accorse del cosiddetto “ terzo occhio”, il doloroso forellino praticato la sera prima con l’ antico punteruolo, e controllò ciò che rimaneva della piccola ferita, commentando mentre osservava con un – Bene, bene bene ... –
Intanto ci portarono la colazione ed io mangiai con avidità, ristabilendomi completamente.
La giornata fu dedicata alla conoscenza di molte persone, a dialoghi su tanti, e complicati, argomenti e, incredibile, si tenne anche una conferenza sulle nuove tecnologie, su internet e sui social network, e sull’ uso attento e responsabile di questi nuovi strumenti.
Per me era tutto talmente nuovo, anche ciò che per altre era di normale routine: essendo vissuta in un ambiente chiuso e paesano.
Mi concentrai maggiormente sul conoscere le persone e sulle dritte di mia zia, sulle Streghe, sui Famigli e sulle età rispettive ... e poi sul terzo occhio, facoltà di cui non avevo nemmeno sentito parlare ... a me sembrava di vederci normalmente e bene, come sempre.
Però mi resi conto di due cose, che sott’ occhi, nella visione laterale, incontrollabile, avevo l’ impressione che molte persone fossero di ... come dire ... di ... una forma diversa da quella che avevano quando le tenevo perfettamente a fuoco, davanti a me.
Inoltre, mentre guardavo la gente intorno a me, mi accorsi che se ci mettevo molta attenzione, la vedevo circondata da una lieve luminescenza.
Come se il corpo non finisse nei limiti imposti dalla pelle, ma si espandesse, di più o di meno, con una specie di alone, impalpabile, come un arcobaleno. Nessuna di queste “nuove visioni”, però riuscivo a fissarla bene, né ad usarla con precisione.
Mi insegnarono che dovevo fidarmi molto delle mie, cosiddette, sensazioni “a pelle” e di come analizzarle con attenzione, cambiando completamente la definizione di questo tipo di percezioni: da istintive a Cognitive.
Insomma non erano fenomeni da lasciare al caso, perché inconoscibili ma, al contrario, da studiare, conoscere e approfondire.
Naturalmente queste conoscenze erano riservate ed esclusive, non era possibile di darle a disposizione di tutti, perché sarebbe stato inutile
La Sensitività, la Spiritualità, erano “doni” come l’ altezza o la conformazione. Alcuni ne hanno moltissima, altri ne sono quasi completamente sforniti.
Mi spiegarono per grandi linee come funziona il pensiero della gente, che cosa ha veramente a cuore, senza badare a ciò che dice di desiderare o di detestare.
La potenza dell’ esibizionismo e la fonte delle paure, che sono potentissime e, molte, inconfessate.
Mi diedero indicazioni generali sulla Terra, sulla cosmologia e sugli Astri e sulla radice di tutte le Divinazioni e le Manzie. Esse hanno in comune la caratteristiche di essere del tutto inutili e di non servire a niente ... sono inerti e abbandonate, come strumenti musicali in un museo, finché non vengono adoperate da un vero musicista: più ha talento e meglio suonano, sennonché, se è difficile incontrare un bravo musicista e quasi impossibile incontrare un vero Geomante.
Insomma una infarinatura “satanica” che aveva ben poco di diabolico, al contrario, sarebbe stato molto meglio se tanti professoroni e scienziati, invece di lasciarsi accecare, terrorizzare o corrompere dalle “religioni”, avessero potuto affrontare con serenità e spirito aperto lo studio del mondo, della natura e del nostro particolare rapporto dialettico col pianeta che ci ospita.

Mi venne presentato il mio Maestro: una Strega di nome Silvana che mi avrebbe seguita, visitata e consigliata, con lei, molto poco magicamente, ci scambiammo il numero di cellulare, per sentirci poi e prendere un appuntamento.
Restai un poco delusa, avevo sperato di restare con Iside, ma la mia ava mi disse che era sconveniente e che lei era stanca e aveva bisogno di riposarsi un po’ ... finalmente.

Venne la sera ed io ero particolarmente provata per la potente infarinatura che avevo subito e per le vicende turbinose in cui mi ero ritrovata, dopo vent’ anni di inerzia e di atteggiamento pecorile.
Giovanna Esse - 2020 Tutti i diritti riservati.

grande Giovanna
Grazie mio caro Mimmo!
bello e intenso! bravissima!
Grazie sempre.
mi hanno segnalato questo racconto che devo dire è molto promettente. brava.
Grazie, arriva presto il continuo.
un racconto decisamente bello.
Grazie a te e grazie a tutti, il grande piacere per noi che scriviamo queste storie è il vostro apprezzamento. E' quella marcia in più che ci fa desiderare di fare sempre meglio!

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