L’uomo ne sapeva più di me evidentemente: arrivai da lui abbastanza eccitato da lasciarmi usare come oggetto del piacere, e non mi ribellai affatto. Questa volta lui fu sempre gentile ma più diretto. Dopo i convenevoli mi spogliò, senza nessuna resistenza da parte mia.
...Ce la fai a pisciarmi nel culo? – mi chiese e io sinceramente risposi che non lo sapevo, perché non l’avevo mai fatto. Così con la massima naturalezza, mi portò in bagno, nella cabina doccia. Si bagnò l’ano con lo sputo e si mise in posizione: leggermente chinato. In quella posa sembrava estremamente femminile e sottomesso, nonostante l’età aveva una bella pelle e un culo stupendo. La mia mente mi diceva di astenermi ma il mio “pesce” era fermamente deciso a penetrare, visto che era talmente grosso e duro che non lo avevo mai visto così... Mi accostai al sedere, lui si fece dietro alla ricerca di cazzo; con movimenti sinuosi e ipnotici, con un gemito riuscì a prendere la mia capocchia nell’ano e si bloccò. Restammo immobili per vari minuti, mentre io mi concentravo e lui non si lamentava della forte dilatazione, per non mettermi in difficoltà. Alla fine riuscii.
Avevo viaggiato e non lo facevo dalla mattina, il piscio caldissimo, in parte gli penetrava nelle budella, in parte schizzava fuori e ci colava sulle cosce. Fu un’esperienza “terribile”; io non avevo mai inculato neppure una donna.
Dopo pisciato, gli uscii dal deretano. Lui eccitatissimo si voltò e mi pulì il cazzo con la bocca. Poi, per lavarci, fece scorrere l’acqua calda della doccia, ma si girò nuovamente e si pose a 90 gradi... questa volta non ebbi esitazioni e lo inculai, senza più preoccuparmi se era maschio o femmina, ora seguivo solo l’istinto e la libidine. Glielo misi dentro varie volte e fino in fondo, ma dopo si sfilò e ci asciugammo.
...Senza fretta, ...mi disse con un sorriso furbetto. Tornammo nel salone. Posizionò una telecamerina, dicendo che la moglie voleva vedere cosa gli facevo... io desideravo incontrare lei, certo, ma, ormai che c’ero, non vedevo niente di meglio da fare che sfogarmi col marito. L’uomo che mi stava dando piaceri inaspettati, forse più intriganti delle poche scopate tradizionali con le mie rare “avventure” di paese.
Si inginocchiò ai miei piedi e mise la sua bocca esperta a mia disposizione. Fu il pompino più completo mai ricevuto, me lo fottetti per quasi mezz’ora. Piano, in fretta; tenendolo per la testa e scopandolo in bocca fino ai coglioni... poi lasciavo fare a lui, che mi leccava le palle fino al culo, il glande, a volte dolcemente, altre succhiando come una piovra.
Lo bloccai per le orecchie e, senza quella dolcezza caratteriale che ho, lo sborrai con goduria. Nonostante il rapporto omosessuale, mi sentii più maschio che mai, mi sentii dominante e vincente su quell’uomo che subiva la mio prepotenza sessuale, senza opporsi, sottomettendosi alla virilità. Ci riposammo, lui fece portare delle pizze eccellenti, che annaffiammo con birra decisa.
Concludemmo nel primo pomeriggio, con lui che dopo avermi riattivato il cazzo con una dolce pompa, si mise girato sul grande divano offrendomi il sedere. Questa seconda volta il pescione durissimo penetrò senza trovare resistenza. Lo sfintere era morbido e arrendevole, la semplice lubrificazione del bocchino bastò come invito per ficcare. Lo inculai a lungo, con vari ritmi e profondità. Ebbi una seconda copiosa sborrata, che lui accolse con gioia, dicendomi poi che l’avrebbe conservata nel culo per dopo, quando l’avrebbe fatta scorrere dall’ ano per farla vedere alla moglie.
Rientrando a casa ripensavo all’accaduto. Così non andava bene: praticamente, volevo scopare lei e mi ritrovavo a fare sesso con l’anziano marito. Avevo anche scoperto che sessualmente era molto piacevole, ma proprio questo mi spaventava. Ero senza donna e nel pieno della virilità, se cominciavo a fottere con uomini dove sarei finito? Mi venne in mente anche una cosa più “maligna”... Non è che lui mi stava pigliando per il culo e che, alla fine, la sua “sedicente” moglie, sapeva poco o niente di questi strani incontri “preparatori”?
3
Passò un mese senza novità, poi la sorpresa: il sabato pomeriggio successivo avrei incontrato lei, che alla fine, per me, era ancora un mistero. Non l’avevo mai vista dal vivo. Non mi masturbai per vari giorni, terrorizzato all’idea di fare cilecca per l’emozione. Quando venne il gran giorno, invece, partii da casa abbastanza nervoso e fermamente convinto a non farmi fregare: se non trovavo la donna, non avrei tollerato un “contentino” da froci. Non ero lì per diventare “ricchione” ma per fottere con una donna vera.
Le mie paure si dimostrarono infondate... e di parecchio! Lei c’era ed era bellissima, giunonica, alta almeno un palmo più di me; non credo di sbagliare dicendo che, da ragazza, probabilmente era stato una modella. Altro che foto e video sgranati, dal vivo era una stanga meravigliosa, con caratteristiche uniche che avrei imparato ad apprezzare, in quelle poche ore passate insieme.
Nonostante l’altezza di 1,80 aveva piedi piccoli, come quelli di una Geisha, e molto raffinati, ginocchia appena accennate, per nulla ossute; mani affusolate e dita sottili. I suoi seni straripavano e i capezzoli non chiedevano che di essere ciucciati e morsi, tanta era la libidine che trasmettevano... infine: era una “ragazza”. Doveva avere almeno 20 anni meno di suo marito. Diciamo che era quasi mia coetanea. Insomma, io non credo che, in vita mia avrei avuto mai il coraggio di corteggiare una donna così stupefacente, l’avrei certo ritenuta al di fuori dalla mia portata.
Invece lei era lì e di certo non per caso. Indossava una sottoveste nera e trasparente, o forse era un baby doll ( non sono pratico ), che terminava deliziosamente proprio sul merletto delle velatissime calze nere, autoreggenti.
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