Ragazzi, ultimamente sono ossessionato dal culo di mia cognata.
Devo assolutamente sfondare nel suo ano. Ho un'insana (o sana?) necessità di violare quel bel culetto da cinquantenne e riempirla del mio seme.
La convincerò finalmente a farmi entrare in lei. Magari subito dopo una delle docce che imperturbabile fa a casa nostra. Che poi esce ancora con i capelli tutti bagnati neri corvini, grondanti come liane sul suo volto e sulle spalle nude.
Solo un asciugamano. Solo quello mi separa dal suo corpo. E dal suo culo.
C'è bisogno di sapere che ci sarà qualcosa di eccitante da fare per andare avanti con entusiasmo nella vita. E proprio ora ho deciso cosa voglio fare.
Scorgo mia cognata che esce dal bagno e mi affretto a raggiungerla.
È sorpresa. È ancora bagnata dalla doccia. È così eccitante...
La spingo in bagno e chiudo la porta a chiave. Tanto non arriverà nessuno nelle prossime due ore; però non di sa mai.
Smetto di pensare e agisco. La incollo contro il muro e le sfilo con gesto sicuro e senza dire nulla l'asciugamano. Abbiamo entrambi capito e le parole non servono a niente.
Nuda. Non perfetta, ma eccitante.
Tette: una terza pendente. Ma con sostanza.
Ventre: un po' appesantito. Ma vero, da sbattere.
Pelo: bello invitante...ma il mio obiettivo oggi è un altro.
La giro e la piego. Le allargo bene le chiappe mentre lei mugugna qualcosa che non interessa veramente a entrambi.
Le dico di stare ferma e le pianto il mio cazzo in mezzo al culo. Grida, gode, accoglie.
Vengo preso da una strana frenesia, la batto con colpi incessanti contro la sue chiappe. Il suo ano ormai è ben allargato e non fa alcuna difficoltà a far passare la mia verga dentro e fuori. Pompo e non mi fermo, aspetto con ansia il momento in cui sentirò quella dolce vibrazione lungo il mio membro, preludio dell'orgasmo.
Le sue chiappone ondeggiano avanti e indietro, infrangendosi sempre con un tonfo sordo contro il mio bassoventre.
Poi finalmente accade: la sento che immobilizza in una rigidità paradisiaca la mia asta, passando e tuffandosi copiosa dentro il buco sfondato. È lei, la mia sborra generosa che riempe schizzando dentro il retto di mia cognata.
Lei la sente e accoglie, bloccandomi le cosce con le mani.
Ansimiamo. Ci guardiamo ancora sconvolti e soddisfatti. Come già detto, non servono parole per capirci.
Certi legami sono invisibili e nascosti, ma difficilmente si spezzano.
Enrico
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