Posso offrirti un "tributo"

  • Scritto da Giovannaesse il 29/02/2020 - 15:11
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Premessa

Come in tutti i miei racconti, la “pianta” di questa storia parte da un seme vero.

Le emozioni, le sensazioni se non si provano non si possono descrivere, a parer mio. Inutile allora la classica richiesta: “Giovanna ma sei tu?”, è come per certe foto che pubblico a corredo dei miei pensieri… io (insomma “l’artifex”) ci sono sempre: un po’ di meno, un po’ di più ma ciò che cerco di trasmettere è sempre un’emozione vera, sincera, non una “polpetta” servita su un piatto d’argento.

Spero di donarvi delle belle emozioni con questo racconto breve che amo molto.

Mi piace pensare che sia anche un po’ documento: una descrizione di quelle pratiche, del tutto nuove, che senza il web non si sarebbero mai potute attuare. La sessualità è antica come il mondo ma le pratiche, più o meno controverse, per raggiungere il piacere, si evolvono con la società… dove ci porteranno?

Chissà?

Chi vivrà vedrà… e farà.

1

Quante sorprese su internet, quante persone… idee… mentalità diverse…

Questo sconfinato “universo di menti” che si apre davanti a me, mi lascia senza fiato, emozionata e incantata: mi ricorda un mio sogno infantile.

“Sono nata vicino al mare e spesso, guardando quell’infinita distesa azzurra, pensavo ai misteri che nascondeva nelle sue profondità; in quel momento, immaginavo che un giorno, per uno strano scherzo della natura, il mare si potesse svuotare dall’acqua e, come in una vecchia soffitta, avremmo potuto vedere cose che fino ad allora ci erano state completamente celate…”

E’ così che ho scoperto la tendenza di alcuni utenti di “reinventare un gioco”; credo li riporti alla prima gioventù, perché, io, lo ricordo ancorato alla mia giovinezza…

Avevo molta dimestichezza con i miei cuginetti maschi e non era un segreto che loro si masturbassero copiosamente, eccitandosi sulle riviste porno che riuscivano a procurarsi.

Che cosa accade, al giorno d’oggi?

In gruppi, più o meno segreti, dei vari “social network” ci sono persone che postano foto, spero verosimili, per ottenere, da chi pratica questo tipo di “onanismo”, quello che, nel gergo, viene definito: il tributo!

Ecco: tra le varie, interessanti amicizie, che spuntano come “tesori” perduti dall’oceano di internet, mi sono imbattuta in un vero campione “dell’ars tributaria”.

Questo giovane uomo, i tributi li fa già di suo ma ormai, è talmente famoso, da ricevere anche richieste… specifiche; delle vere e proprie “seghe con tanto di dedica”, insomma.

Allora lui, meticoloso e professionale, qual è, accontenta al più presto possibile le richieste, nei limiti naturali di tempo e… di “salute”.

Questo è il compendio di una nostra chat, tradotta dall’inglese… e molto ma molto personale:

GIMMY – Ma cara, lo sai che é sempre un piacere avere a che fare con te, a prescindere del mio alter ego “tributer”, quello che esprimo attraverso questo profilo su Facebook. Tu, scherzando, hai postato qualcosa su… sullo “spreco” che io farei del mio “seme”. Una definizione che ha addirittura qualcosa di “biblico”! Invece, per me, venire, anche solo su un foglio di carta, come può essere considerata una fotografia o, addirittura, per terra… non è sprecare: perché è appagante per la mia e l’altrui libidine. In questo senso, il mio sperma non va mai sprecato. E, come ti dissi l’altra volta … (so che ti suona strano) ma davvero, dopo l’eiaculazione, a volte l’ho persino leccato. Ah ah … Detto così, a freddo, fa rabbrividire anche me, mi sembra una follia, però ti assicuro che, al momento, mi sono sentito… eccitatissimo! Boh? Qualche strizzacervelli mi spiegherà alla fine cos’ ho in testa…

CHICCA – Stento a crederci… ma sono certa che lo psicologo non c’entra ah ah… E’ una tua forma di trovare il piacere, valida come qualsiasi altra, secondo me… solo, raccapricciante, per un igienista, ecco.

GIMMY – Vedi, cara, quando abbiamo iniziato a sentirci, ricordi? Quando tu mi dicesti che non trovavi piacevole il… Tributo, come forma di erotismo, ho dimenticato di dirti che, addirittura, capita che degli amici (si dichiarano uomini) chiedano di schizzare sulle foto delle loro “donne”… La mia prima risposta sarebbe sempre: “ma scusate … l’attrezzatura necessaria ce l’avete, o no? Fatelo da voi!” Poi, poiché non posso negare la forte componente emotiva e il mio piacere nel farlo, mi dedico di buona lena “al tributo”: mi faccio la sega scrupolosamente e spero, mentre vengo e riprendo la scena, che la mia “irrigazione” su quella determinata foto, sia apprezzata dal richiedente… e magari anche dalla sua donna… anche se credo che spesso, le loro ragazze nemmeno lo sappiano.

CHICCA – Cioè? Cosa non sanno?

GIMMY – Non sanno che “qualcuno”… ad esempio il marito o magari un collega, ha chiesto il mio “servizio”.

CHICCA – Vuoi dire che a volte la donna nemmeno lo sa che tu l’hai, come dire “tributata” con il tuo sperma?

GIMMY – Sì … in certi casi posso assicurarti di sì… succede proprio questo. Ma non chiedermi perché, proprio non so cosa dirti… Ti stupisco?

CHICCA – Non so cosa pensare! Sono abbastanza sconcertata, sai? Ti stimo come amico, però credo che una persona che fa una richiesta del genere, all’insaputa della sua ragazza, compia… un abuso… una specie di violenza, di profanazione. Sarebbe raccapricciante scoprire che, per esempio, un mio collega di lavoro, usa una mia normalissima, innocente, foto… per chiederti di eiacularci sopra a mia insaputa. Scusa la franchezza … ma mi sa tanto di “sporcatura”! Magari é una forma di vendetta, di rivalsa per un rifiuto ricevuto?

GIMMY – Potrebbe essere…

CHICCA – E tu? Provi piacere lo stesso?

GIMMY – Sì, devo ammetterlo, anzi, più é impersonale e indiretto il mio tributo e più mi arrapa farlo… scusa la franchezza!

CHICCA – Dai, lo sai che non sono un’ipocrita… esprimiti pure come credi…

GIMMY – Ho tributato anche gay, trans… il sesso é sesso. Invece, quelle che sono le mie reali preferenze, nella vita fuori dal web… beh, quello è un’altra cosa. Ma tornando ai … tributi: E’ un vero peccato!!! Sigh!

CHICCA – Cosa?

GIMMY – Beh, è chiaro! Ho visto le ultime foto che hai postato nel “gruppo”, quelle scattate da tuo marito… e, per prima cosa, complimenti! Oltre che eccitantissime per le varie inquadrature, erano anche di ottima qualità… Ecco, ora… mi è davvero difficile trattenermi… ah ah!

CHICCA – Ah ah Vedi mio carissimo e… correttissimo amico, credo che noi, che viviamo l’erotismo un po’ fuori dagli schemi, ci possiamo sempre capire… rispettando anche quelle pratiche che non condividiamo… l mio problema con i tuoi “tributi” è squisitamente tecnico. Quelle gocce sulla carta mi danno i brividi; fin dall’infanzia… è come per quelle persone che non sopportano il gesso che stride sulla lavagna. Spero di essermi spiegata! Ma non disdegno i vostri eccellenti spruzzi e credo, come ogni donna, di apprezzarli incondizionatamente. Non sai quanto trovo eccitante… e quanta invidia provo… per quelle “utenti” che, all’improvviso, vi chiedono il “dono”… e poi, godono del vostro tributo… vorrei fosse tanto facile anche per me… ah ah

GIMMY – Basta chiederlo, tesoro… lo sai! Con te mi trattengo da tempo … ma non so fino a quando riuscirò a rispettare… i nostri patti. Ah ah

CHICCA – Il mio limite è rappresentato dal fatto che esistono due donne in me: una viaggia a basso regime, vive la giornata, fa i mestieri, lavora (quando ce n’è) … fa la “nurse”… ecc. Poi, c’è la persona evoluta nel mondo dell’eros, e ha imparato ad apprezzare molte forme di piacere grazie alla capacità del mio uomo (quasi venti anni insieme) di sapermi capire e guidare, senza ipocrisie. Sempre, quando sono “a basso regime”, tutto questo mi fa sorridere… sia che io veda ciò che pratichi tu, sia quando, io stessa, posto qualche foto particolarmente scabrosa per chi la vedrà.

GIMMY – In effetti, anche nel mio caso, funziona così … Esistono anche in me due personalità: quella ufficiale, marito, lavoratore integerrimo… e quella che si avventura in meandri reconditi del suo “io” per arrivare all’appagamento dell’eros più estremo. Purtroppo, questo non mi è possibile nella vita “ufficiale”. Una cosa è certa: continuerò la mia “missione” finché non comincerò ad avere seri problemi di … sdoppiamento della personalità… ah ah

CHICCA – Eh, mio caro, tu non sai come sono ridotta io… mi vergogno a dirtelo, ma devi credermi, sono talmente poco eccitabile come donna, da non provare nemmeno il piacere di essere “esibizionista” (caratteristica tipicamente femminile). Per me è stata una sorpresa scoprire quanto, voi maschietti, apprezziate le mie foto… non mi era mai capitato di farmi vedere così … “esposta” da sconosciuti. Quando sono a “basso regime”… fuori dall’eccitazione, per intenderci, quelle immagini hanno la stessa valenza “erotica” delle figurine della Panini. Però, c’è anche l’altra me stessa… quella che scopro giorno dopo giorno… e quella, credimi quando scende in pista, è davvero da Formula Uno!!!

GIMMY – A parte il fatto che già la tua intelligenza e il modo di esprimere la tua femminilità è molto piacevole, tutti possiamo adeguarci a tutto… purché non perdiamo la nostra capacità di metterci in gioco e un pizzico di… autoironia. Intanto devo dire che… l’idea delle figurine è eccellente … ah ah! Anzi, voglio proporla alla Panini… con un album del genere… Wow !!! Sai che affaroni !!! ah ah

CHICCA – Cacchio… un album di tutti i Tributi? Che idea da sporcaccione… ah ah ?

GIMMY – Comunque sei fortunata ad avere un uomo che ti capisce, ti segue e non ti toglie la libertà …

2

Il giorno successivo, sul noto social network, non esisteva più né Gimmy, il mio amico, né il suo gruppo segreto. Quache benpensante lo aveva silurato…

Però lui non si perse di coraggio e, naturalmente, pochi giorni dopo, eccolo di nuovo in lizza, più agguerrito che mai, aveva solo un nuovo account. Ma per comodità continueremo a chiamarlo: Gimmy.

GIMMY – Grazie per esserti tanto adoperata per me, carissima, a buon rendere.

CHICCA – Era il minimo, te l’ho detto quando una persona mi sta a cuore, faccio del mio meglio… ?

GIMMY – Lo so, lo so… naturalmente ti ho già aggiunto al nuovo gruppo su facebook… se non ti va, ti cancelli, ma io non potevo non invitarti, tesoro… e poi…

CHICCA – Ehi? Sei sparito? E poi … cosa? … non ti leggo.

GIMMY – Eccomi, dicevo: e poi… mi perdoni? Ho anche fatto un video, ieri sera… mi sono lasciato andare ripensandoti, e ho tributato una tua foto… è stato più forte di me: volevo dimostrarti la mia stima e il piacere che mi dà averti come amica.

CHICCA – Uhm! Lo immaginavo che non saresti riuscito a trattenerti… sei un fiume in piena. Ah ah

GIMMY – Sono contento che non te la sia presa … posso postarlo nel nostro gruppo? Lo so che non é nel tuo stile, ma ti assicuro che é un piacere enorme tributare una donna come te!

CHICCA – Sei troppo tenero per dirti no… e va bene… non mi offendo, anzi… mi sento onorata… ok? Ora però ti ordino di dirmi com’ è stato… com’ è che ti ho ispirato?

GIMMY – Non dire sciocchezze, per favore… e non inventare troppe scuse sulle foto che tu stessa hai postato… ma cosa credi che sono cieco? Ora che so che sei tu, in quelle foto… vedo che hai un seno che è uno spettacolo, io… io intuisco la morbidezza di quel tuo “cuscino naturale”.

CHICCA – Oh, Ooooh: quanti complimenti…

GIMMY – E’ tutto vero, cara, mi piaci, e molto, e ieri sera ho stampato la più eccitante delle tue immagini e ci sono venuto sopra… E’ un delitto?

CHICCA – Ma nooo… ah ah! Mi piace e mi dispiace, da un certo punto di vista: dopo tutto avere del “succo d’uomo” caldo, sul seno… dal vero, intendo, non è che sia un “dolore” tanto insopportabile, per una donna. Il dispiacere è legato al fatto che tutta quella “roba” avrei preferito riceverla dal vero… ah ah! Una cosa sola: era molto? Il seme, intendo…

GIMMY – Oh, sì, lo vedrai nel filmato… ho tirato fuori la cappella più volte, mi si è tutto indurito, subito: al solo cedere, al solo pensare… poi… poi… Beh, lo vedrai! Effettivamente il “Tributo” che ne è scaturito è stato notevole…

CHICCA – Stasera faccio vedere il filmato a mio marito… se lo ispira (invece di renderlo furioso) chissà? Insomma, se facciamo sesso, lo dedico a te… va bene?

GIMMY – Cazzo, mi farebbe piacere sapere che vi divertite pensando a me… al mio schizzo in tuo onore; ma il tuo uomo non sarà geloso?

CHICCA – No, a lui può piacere o non piacere, ma non è mai stato geloso: io sono libera di fare ciò che voglio… e questo per sua volontà. Lui dice che mi ama, quindi non penserebbe mai a reprimere un qualcosa che mi da piacere, probabilmente questo “stile” funziona… giacché lo amo anch’ io!

GIMMY – E’ bello il vostro modo di stare insieme… potessimo farlo tutti… Bene! Tra poco il “tributo” sarà on line… d’accordo?

CHICCA – Wow! Allora adesso vedrò se ti “ispiro”davvero… guardiamo se ti piaccio veramente!

Pochi attimi dopo arriva il suo messaggio sul mio schermo:

GIMMY – Ecco… ora sei online. Clicca su questo indirizzo web: www. eccetera, eccetera. Ecco è tutto per te… adoro la sensazione che provo nell’attimo in cui esplodo e schizza tutto di fuori. Wow! Ehi … buon divertimento per questa sera.

Pochi minuti dopo, a mia volta, invio al mio Amico quest’ultimo messaggio:

CHICCA – Ho visto! ho visto “mooolto” bene!!! E ho anche notato il tuo… “bell’affare”, complimenti. E’ stato molto piacevole e del tutto nuovo per me… grazie, caro Gimmy.

3

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Quella sera dopo cena, messa a tacere la casa, non potevo certo evitare di afferrare per mano Gerry, mio marito, e trascinarlo davanti al PC con una scusa cretina.

Stanco della giornata, non aveva ancora notato che sotto il solito pigiamone indossavo un completino di pizzo nero. Il reggiseno a mezza coppa, improponibile nel quotidiano per la mia straripante misura di seno, disegnava una piacevole parentesi nera, delicatamente merlettata, riuscendo a malapena a raggiungere le grosse aureole ma non a coprire i capezzoli.

Per giunta, la mia mente eccitata e il delicato massaggio del pizzo del reggipetto, me li aveva gonfiati e inturgiditi. Avevano raggiunto “l’esterno” e, come dita bramose, erano puntati verso l’alto, gonfiando il pigiama. La mutandina era a culottes, il modello che più esaltava la forma delle mie natiche robuste.

Feci sedere Gerry davanti al PC ed io tirai verso di me un’altra sedia, per mettermi di lato, al suo fianco.

– Guarda questi matti cosa si sono inventati… – sorrisi da tonta.

Di mio marito devo dire che non usa il PC quasi mai e che non ha alcun profilo su nessun Social; quel poco di posta elettronica, ormai obbligatoria, sono io a gestirla per lui, tramite la mail aziendale.

Sono io a tenerlo edotto riguardo alla “finestra” sul mondo e, sempre io, qualche volta gli faccio vedere alcune scene hard che mi hanno particolarmente colpita. Sempre io scarico sul PC le foto erotiche che a volte ci concediamo di scattare.

Aprii il gruppo cui, poco prima, l’altro mi aveva aggiunto e, dal titolo, lui capì subito che si trattava di un gruppo segreto di sesso esplicito.

– Questo è un gruppo esclusivo – dissi – prima non sapevo nemmeno che esistesse… –

Gerry guardava interessato e un po’ sulle sue… probabilmente voleva capire dove volessi andare a parare.

Aprii ulteriormente la cerniera del pigiama e lasciai che le tette straripassero leggermente dalla scollatura, forse avrebbe pensato che avevo caldo; intanto smanettavo sul PC per arrivare alla pagina che desideravo mostrargli. Lui guardava scorrere le immagini molto crude, delle foto e dei filmati postati dai vari membri.

– Ma che roba è? – disse, sorpreso.

– Niente… in realtà è un gruppo di persone a cui piace venire sulle foto altrui. – lo guardai, sott’occhi.

– Venire? Venire nel senso di… eiaculare? – chiese lui sempre più sorpreso.

– Sì – dissi – spruzzano su delle foto di donne… in genere. –

– Ma che donne… dove le prendono le foto di donne…? – era fuori registro, me ne resi conto, ma non potevo fermarmi, a quel punto.

– Ma non lo so… credo dalla rete. Molte sono foto postate da altre persone del gruppo… dai soggetti stessi o da qualche loro amico, che ne so? Da un marito, per esempio! – cercai di portarlo in argomento.

Il mio errore, quella sera, fu avere fretta, credo; se lo avessi fatto eccitare in qualche modo, prima, forse le cose sarebbero andate diversamente… ma, ormai era fatta. Come si dice: “Del senno di poi …”?

Senza controllare quanto gli piacesse, feci vedere a Gerry, alcune delle foto che io stessa avevo postato, nel gruppo.

L’avevo fatto come una specie di omaggio… poiché c’erano tante foto di nudo, avevo pensato che fosse giusto “partecipare” al gioco con delle mie foto vere, intime, personali.

Lo ammetto, ero stata tratta in inganno dall’euforia della novità, e dall’emozione di far parte, per la prima volta, di un gruppo segreto: l’esibizionismo mi aveva giocato un brutto tiro.

Ma quale segreto?

Una volta messa una foto sul web… essa non è più tua… lo sapevo ma c’ero cascata lo stesso.

Gerry trattenne ogni emozione per sé, con furbizia, per estorcermi tutta la verità.

– Beh… ecco… anch’io ho messo qualche foto… così, per gioco – continuai con meno enfasi, volevo sminuire il valore di quelle azioni, gettando la cosa sullo scherzoso. – Poi, dopo qualche giorno, cosa succede? – sorrido – Uno di questi matti mi scrive e mi

avverte che ha fatto un “tributo”… per me! – Lui mi da un’occhiata.

– Sì, un tributo – dico – loro le chiamano così, le eiaculazioni… io, quando ho messo le foto, non sapevo che succedesse questo… così, questa persona ha fatto un filmato e me l’ha spedito sulla mail… vuoi vedere? – dissi quasi timorosa.

– Ok, vediamo… – disse lui ma non lo sentivo entusiasta. Non sapevo come uscire da quella situazione. Non potevo fermarmi adesso… sarebbe stato peggio e avremmo di sicuro litigato.

Continuai a far passare il tutto come uno scherzo senza significato e feci in modo che i seni esplodessero dal giacchino aperto davanti, mentre io mi attardavo sulla tastiera per far partire il video.

– Ecco – dissi – guarda… è solo una sciocchezza… –

Il video partì, anche con il sonoro, purtroppo. Si vedeva una delle mie foto, una delle più belle scattate da Gerry, l’unica, dove si vedevano il mio viso e il mio decolté, mentre, con le mani a coppa, offrivo le mie

grosse “bocce”… rigorosamente trattenute dal reggiseno … niente di osceno, insomma.

Mi rosi il fegato. Come cacchio potevo immaginare che su una decina di foto senza volto, (dove avevo offerto “al pubblico” le mie tette nude, le cosce aperte con tutto in bella mostra, persino il mio generoso sedere, mentre ero oscenamente voltata) quel matto di

Gimmy, decidesse di venire proprio sulla più casta ma, anche, la più pericolosa delle mie pose?

Ormai la frittata era fatta! Non potevo fare altro che aspettare la reazione di mio marito a quel video scomposto.

4

Gerry guardava rapito il filmato, non si perdeva un solo particolare… incrociai le dita dietro la schiena e mi feci furba, così provai a togliere il pigiama del tutto, restando al suo fianco seminuda.

Speriamo bene, pensai, avevo le calze a rete nere e le scarpe col tacco, di sotto… come piaceva tanto a lui.

Intanto, mio marito, fece ripartire il video per la seconda volta! Io ero là, sulla foto appena stampata, col sorriso ammiccante e quasi ingenuo: facevo da sfondo a un grosso cazzo, in primissimo piano: quello di “Lui”. Con la mano se lo stava iniziando a smanettare, massaggiandoselo e “scapocchiandolo” ripetutamente, in maniera molto sensuale.

Le immagini avevano un che di liquido, sinuoso: vedevo la pelle che si ritirava, per lasciare uscire il grosso glande rosso, gonfio.

Dava l’idea di una belva o, meglio, di un serpente che vuole conquistare e mordere la sua vittima, non può trattenersi pieno di bramosia.

Le immagini si ripetevano nel breve filmato… non mi stancavo di guardarle… avevano un qualcosa di ipnotico… anche i suoni, gli sbuffi del maschio, il rumore delicato della “manipolazione”, tutto contribuiva a dare al video valenze sempre nuove e, allo stesso tempo, ancestrali.

Gerry sparì… insieme alla stanza intorno a noi. Il mondo intero sparì… in quei pochi attimi: ed io compresi…

Non era una sega da “pippaiolo” quella a cui stavo assistendo. La mano dell’uomo non lo stava masturbando per cercare un attimo di piacere solitario: quell’uomo era un “sacerdote” ed io, nella foto, nel simulacro: la femmina–dea! La personificazione stessa della fertilità, della natura e dei Misteri più antichi della vita.

I suoi gesti, la sua manipolazione, non avevano più nulla di pornografico. Non se lo stava facendo in mano per togliersi uno sfizio: era lampante! Lui, l’Officiante, maneggiava l’attrezzo, simbolo della virilità, alla ricerca del seme dell’uomo… sbucciava il baccello della vita, cercando di trarne il succo vitale…

La dea non era con lui, ma non importava …

Da tempi immemorabili, l’uomo celebrava, anche da solo, il rito della fertilità. Sempre in simbiosi con l’eterno principio femminino e creativo. I Masai, gli antichi popoli Mesopotamici, le civiltà perdute, i seguaci del Tantrismo… tutti celebravano da sempre lo stesso, eterno rito, lo Yin che cerca la completezza creativa nello Yang: ancora una volta davanti, al mio sguardo, si completava il ciclo!

La mano dell’uomo scorreva svogliata sul suo grosso membro… ogni gesto era calibrato, sapiente; tutto il suo essere era proiettato all’emissione del seme.

Era ovvio: non provava il piacere discinto di un ragazzo eccitato, manifestava il desiderio di tributare tutta la sua devozione, tutta l’ammirazione per la donna-dea, in chiunque si fosse personificata. La mia bellezza, le mie forme, non gli interessavano più, durante il rito. Cercava solo, in modo ossessivo, di provare il principio vitale, maschile e di inseminarlo nella fertile alcova femminile: una forma-pensiero. Usava la foto come un totem, un simbolo dell’eterno divenire.

Il suo unico scopo, era portare a termine la sua invocazione, la preghiera più antica del mondo.

Ecco, alla fine la sua potente eiaculazione. Arriva!

Risvegliato dal tam-tam del cuore che accelerava i battiti e dal respiro affannoso di lui, si fa strada attraverso gli antichi condotti e, come un liquido fiume lattiginoso, cerca la vittima da inseminare, la fessura da fecondare: il principio da profanare.

Alla fine trova il meato del pene e, inarrestabile: sgorga.

L’eccitazione mi aveva invasa e mi ottenebrava la mente. Sotto di me, un calore umido si era impossessato della vagina.

Il ritorno alla realtà fu brusco e violento: un ceffone deciso mi colpì sulla guancia. Fu tanto improvviso che il dolore venne dopo, vidi prima le stelle, come si suol dire!

Gerry mi aveva colpita con rabbia… era da tanto che non mi picchiava. Non replicai ma, chiusa in me stessa e senza lamentarmi, cominciai a massaggiarmi il volto, guardandolo con odio ma senza reagire.

Era più forte di me; non sapevo rispondere alla violenza, la subivo come una condanna, come fosse una punizione da sopportare.

Gerry non mi picchiava quasi mai… e comunque mai in maniera da fami male.

Più che altro a volte mi aveva punito, per farmi capire dove avevo sbagliato.

– Ma si può essere tanto stronza? – e giù, un altro ceffone, stavolta mi colpì sopra l’orecchio, lasciandomi intontita.

-Ma che cazzo ti salta in mente, troia? – gridò – Lo capisci che domani potrei trovarmi il filmato sul PC del lavoro?

Sei una troia pubblica, ormai… una zoccola… – e iniziò a strattonarmi e a colpirmi le carni nude, non sapevo come proteggermi, non ne ero incapace. E lui era furioso.

– Ecco – mi disse strappandomi le calze e il reggiseno – invece di vergognarti, ti sei messa in ghingheri. Non ti è bastato,idiota? Volevi ancora altro sperma? Non ti è bastata la razione del tuo

amichetto? – e indicò con la testa lo schermo del PC.

L’ultimo fotogramma, fisso sul video, rappresentava il mio sorriso e le mie tette, completamente imbrattate del seme di quell’estraneo.

Gerry, intanto, mentre si sfogava, si eccitava… era già capitato.

Allora non si trattenne più, si abbassò i calzoni, tirò fuori il membro, già duro e gridò:

– Vieni, schifosa, fa il tuo dovere, giacché solo questo sai fare! –

Per non farlo arrabbiare ancora di più mi precipitai e mi inginocchiai davanti a lui, cercando di dargli soddisfazione con la bocca. Succhiai ma non gli bastava, mi prese per le orecchie e mi attrasse, tirandomi con forza. Stavo soffocando e gli occhi si riempirono di lacrime ma lui non mollava.

Spingeva in bocca fino alle radice, senza concedermi un attimo di tregua. Saliva e umori scendevano a fiotti dalle mie labbra, mentre i suoi peli irsuti le pizzicavano.

– Non devi permetterti di fare altro, troia, lo sai! – e giù, a scoparmi in bocca come un forsennato.

La rapidità delle penetrazioni era tale da avvilirmi, rendendomi incapace di pensare.

Fece ripartire il filmato cliccando su: Replay.

– Guardati, stronza, ti fai venire addosso e hai anche il coraggio di farti vedere… – poi aggiunse – Adesso alzati, girati di dietro! –

Se non fossi stata bagnata da prima, mi avrebbe fatto sanguinare, per fortuna l’eccitazione precedente, aveva lasciato un segno umido tra le mie cosce… così, quando Gerry me lo inserì, la penetrazione non fu devastante.

Mi riempì di parolacce ma intanto andava avanti e indietro, inesorabile e deciso. Mentre mi svergognava, mi colpiva le natiche con delle pacche forti, facendomele bruciare… ero sicura che si fossero arrossate di brutto, segnate dai colpi.

Ero china sulla scrivania, a fianco al PC, non vedevo niente, sentivo solo male e prendevo colpi di ogni genere.

Lui adesso mi tirava verso i genitali, servendosi delle mie mutandine, come fossero il

morso di una cavalla domata.

Anche se era arrabbiato con me, era oltremodo eccitato.

Intanto che masticava parolacce, scorreva anche le altre foto sul web e, quando ne trovava, lasciava partire i video di altri “tributi”:

– Ecco – diceva – non sei l’unica zoccola… anche altre si fanno sporcare in faccia! –

Ormai, quel movimento ritmico lo aveva conquistato e si era infoiato; sapevo come sarebbe finita ma non potevo ribellarmi, sperai fino all’ultimo che venisse al più presto: ma non fu così.

Sul più bello, infatti, estrasse il pene dalla mia fessura.

– Adesso, apri quelle tue natiche da troia e accoglimi! – Cercai di forzare la mia natura e di vincere le mie paure… volevo ribellarmi, almeno quella volta! Ma non ero capace, non feci altro che dire:

– Va bene… quando vuoi, sono pronta! –

Gerry come al solito si mise comodo dietro di me e si dedicò a una breve masturbazione, in pochi minuti era gonfio al punto giusto…

Si segava talmente vicino al mio deretano, che sentivo l’aria muoversi per le vibrazioni: capitava spesso che mi frustasse le chiappe.

Io, infatti, mi tenevo aperta, tirando con le dita, il più vicino possibile all’orifizio.

Speravo sempre di aprirmi tanto da permettere un’introduzione indolore… ma ancora una volta, non fu così.

La penetrazione mi sorprese, spezzandomi il respiro… emisi l’aria dalla bocca, come una pompa premuta dallo stantuffo.

Entrava come un treno in una galleria troppo stretta… entrava, sfondava, mi faceva terribilmente male.

Lui senza alcuna pietà, dopo il primo affondo, lo estrasse completamente, per poi subito infilarmelo tutto di nuovo.

– Porta il conto, zoccola, ti rompo in dieci colpi, capito? –

Con voce rotta risposi – Sì, va bene! –

– Contale e ringraziami, schiava di merda… troia! –

– Sì padrone mio, grazie… adesso le conto, va bene! – dissi sottomessa e sempre più

eccitata, nonostante il dolore lancinante, provocato da quella sodomia senza lubrificazione.

– Dai presto, puttana… che ho fretta di venire! –

– Sì, eccomi pronta, premi pure… e… e: Una! – dissi quando lui con prontezza si tuffò nel buchetto.

Aspettai, docile e addolorata, il resto delle botte.

– Lascia quelle chiappe e stringi il sedere, troia, sei tutta sfondata, non vedi? Chiudi! – rantolava arrapatissimo – Hai il sedere di una vacca… dai, continua a contare! –

Lo feci, abbandonando la testa sulle braccia. Ero tutta un dolore e tutta eccitata, non potevo sottrarmi, e lui lo sapeva.

– Va bene, padrone, ho stretto il sedere, colpiscimi ancora …. e … e: Due! –

E mentre cercavo di dirlo, ancora una volta persi il fiato, per la stimolo di quella “supposta” bestiale.

E così continuai, sotto i colpi di Gerry, contando inesorabilmente i suoi assalti al mio corpo e alla mia dignità… preciso al decimo colpo, lui sfogò in me tutto il suo seme ed io, nonostante mi bruciasse, raggiunsi il piacere a mia volta, ringraziando il mio aguzzino con la voce che vibrava.

La notte, mentre lui dormiva, mi alzai di soppiatto e con la web mi fotografai le chiappe martoriate dove, ancora vividi, si notavano i segni dei forti schiaffi.

Non una parola di troppo, non una sola lamentela… inviai la foto del mio sedere in primo piano, come allegato di una mail al mio “Amico” tributer.

Un solo commento all’operazione: – Per favore… fammelo ancora!

© – Giovanna Esse – 2020

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