Le pale che girano appese al soffitto sembrano potersi staccare da un momento all’altro. Il letto è messo proprio sotto di esse e lei ha già espresso il timore che possano piombar loro addosso quando meno se l’aspettano. Lui ha respinto l’ipotesi, ma ad ogni ronzio un po’ diverso solleva gli occhi al soffitto.
La tanto agognata luna di miele è cominciata nel modo peggiore. Dopo due giorni nella località esotica, lei presenta scottature diffuse su tutto il corpo che la costringono chiusa in camera. E anche se chiusi in camera era come programmavano di passare buona parte della vacanza, il fatto di avere pelle arrossata e bruciante sul novanta per cento del corpo non la mette dell’umore giusto per quello che avevano in mente di fare.
A peggiorare le cose, l’albergo che nelle foto su internet sembrava un paradiso da mille e una notte, si è rivelato un gioiello di fatiscenza a cui mancano i più moderni sistemi di conforto come, ad esempio, l’aria condizionata. Che viene sostituita dal rumoroso (e probabilmente pericoloso, pensa lei) sistema di pale sul soffitto. L’umore è altalenante, cercano di farsela prendere bene, dopo tutto hanno da poco giurato di stare insieme nella buona e nella cattiva sorte. Lui è un tipo ironico e riesce a farla ridere, nonostante tutto, ma insomma, ecco, se l’erano immaginata molto molto diversa, pensa lei guardando malinconicamente la serie di peccaminosi articoli di biancheria accuratamente impilati nella valigia (non ha avuto il coraggio di sistemarli nei cassetti polverosi dell’armadio).
Ancora un paio di giorni così e poi lei sarà guarita abbastanza da poter uscire al sole, pensa lui.
Si è fatto portare in camera un cestello di ghiaccio, ne chiude un po’ di cubetti dentro una maglietta di cotone e li passa sulla pelle arrossata di lei per darle sollievo dalla scottatura e dal caldo. Glieli passa sulle spalle, sul petto, sulla pancia, sulle ginocchia, sulla schiena. Lei alterna mugolii di piacere ad altri di dolore: dove la scottatura è più profonda qualsiasi contatto le provoca fastidio, anche il più lieve, anche il più fresco.
Dopo aver percorso quasi tutto il suo corpo, lui si ferma, si alza e si dirige verso il bagno. Lei, che aveva chiuso gli occhi per assaporare la sua cura, li riapre giusto in tempo per notare che i suoi boxer hanno l’inconfondibile sporgenza sul davanti. Torna verso di lei con la stessa maglietta, ha scaricato i cubetti avanzati nel lavandino e strizzato il cotone bagnato. Con un movimento dolce e lieve le appoggia la maglietta sugli occhi. L’ultima cosa che vede, prima del grigiore del tessuto in cui la luce si fa strada a piccole chiazze, è il dito che lui si appoggia sulle labbra protese come a dirle ‘Shhh, stai zitta, fidati di me.’
Lui allunga una mano verso il cestello porta ghiaccio e ne tira fuori un cubetto ancora tutto intero. Lei sente l’alito leggero di lui vicino alle labbra, come prima di un bacio. Si protende verso di lui ma il bacio non arriva mai. Sente invece il freddo del cubetto sulle labbra e per un attimo rabbrividisce, glielo passa più e più volte, come un rossetto. Le sue labbra si fanno fresche e poi fredde, l’acqua le cola in bocca e lei la inghiotte avida. Poi, quando meno se l’aspetta, le labbra febbrili di lui l’avviluppano in un bacio che, a contrasto col ghiaccio, sembra rovente. Lei rimane senza fiato mentre sente un sussulto nelle regioni basse del suo corpo.
Silenzio. Pausa. Lui allunga una mano a scegliere un nuovo cubetto intatto. Lei trattiene il fiato e quando sente il suo alito caldo sul seno non riesce a reprimere un mugolio di piacere mentre sente il capezzolo inturgidirsi ancora prima del contatto. Il bacio gelido del ghiaccio la fa sussultare con tutto il corpo: la sensazione che il movimento circolare di lui le provoca è al limite del dolore, ma quando le sue labbra calde la raggiungono un lungo brivido di piacere e di sollievo l’attraversa tutta.
Nella pausa che segue lo sente armeggiare di nuovo con il cestello. Lo sente sorridere, esitare. Ha il corpo teso, i nervi a fior di pelle, per un paio di volte ha la sensazione di sentire il suo alito sul corpo, ma sono due falsi allarmi, o forse lui ha solo deciso di cambiare zona. Poi, finalmente, inequivocabile, sente il suo fiato caldo sul clitoride pronto. Un suono strozzato di piacere le esce dalla gola ma un brivido di freddo la interrompe quando il cubetto arriva sulla sua parte più calda. Si contorce, vorrebbe spostarlo, sottrarsi a quella carezza anestetizzante ma resiste speranzosa. Lui sembra prendersi tutto il tempo necessario e anche un po’ di più, poi finalmente le sue labbra brucianti si posano su di lei. Il contrasto tra il caldo e il freddo è così immediato ed enorme che lui sembra andare a pescare l’orgasmo dentro di lei con le sue labbra: lo trascina in superficie, intrappolato in una rete che si fa sempre più grande. Lei viene e continua a venire nonostante le scottature che bruciano ad ogni movimento incontrollato.
Quando lui le solleva la maglietta ormai quasi asciutta dagli occhi, la prima cosa che vede sono le pale che, imperturbabili e potenzialmente pericolose, continuano a girare sopra di loro.
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