Da bambini si crede ingenuamente che la crescita sia una cosa lenta. Sì, un corno. È una sola sferzata: Sban! Come un ramo quando qualcuno passa prima di te a te in un bosco. da: Amami se hai coraggio, di Yann Samuell.
Tutto era iniziato quasi per caso, la mattina che la nonna era andata a prendere la pensione. Giorgia era nella vasca, stava finendo di fare il bagno e Renè entrò. La prendeva in giro ma lei si accompagna alla guardia in modo curioso; poi il ragazzo, tra una battuta e l'altra, minacciò di fare pipì nella vasca. La sorella aveva intravisto altre volte il coso del fratello, ma mai così da vicino: duro e stizzito, come fosse un ramo lievemente storto. Quell'arnese aveva attirato il suo sguardo in maniera ipnotica e il ragazzo ne aveva approfittato. -Vuoi vedere una cosa segreta? - disse cercando di conquistare la sua curiosità. Teneva il membro all'altezza del suo viso e Giorgia ha fatto del suo meglio per non guardare, ma era impossibile. - Lo vuoi vedere lo sperma? - disse borioso quel discolo di Renè. - Perché, tu hai dello sperma? - disse sua sorella ingenuamente. - Certo - disse Renè vanitoso - Lo vuoi vedere? - Lei provò un certo calore in tutto il corpo ed arrossì. - Mi esce da qui! - e guardo il cazzo, che era più grosso di quanto Giorgia avrebbe potuto immaginare. - Ecco - disse - faccio così e tra poco mi esce dalla punta, guarda bene! - Il ragazzo prese una posa molto seria. Con la sinistra si tiene la maglietta sopra la pancia: si vede bene quel fungo che gli spuntava tra le gambe. Con la mano destra se lo faceva scivolare in mano. Giorgia ne seguì attentamente le mosse. Guardando senza formulare un'idea precisa, si rendeva conto di ciò che deve essere era proibito, presa così alla sprovvista, non fu in grado di porre un freno alla tresca. - Certo - disse Renè vanitoso - Lo vuoi vedere? - Lei provò un certo calore in tutto il corpo ed arrossì. - Mi esce da qui! - e guardo il cazzo, che era più grosso di quanto Giorgia avrebbe potuto immaginare. - Ecco - disse - faccio così e tra poco mi esce dalla punta, guarda bene! - Il ragazzo prese una posa molto seria. Con la sinistra si tiene la maglietta sopra la pancia: si vede bene quel fungo che gli spuntava tra le gambe. Con la mano destra se lo faceva scivolare in mano. Giorgia ne seguì attentamente le mosse. Guardando senza formulare un'idea precisa, si rendeva conto di ciò che deve essere era proibito, presa così alla sprovvista, non fu in grado di porre un freno alla tresca. - Certo - disse Renè vanitoso - Lo vuoi vedere? - Lei provò un certo calore in tutto il corpo ed arrossì. - Mi esce da qui! - e guardo il cazzo, che era più grosso di quanto Giorgia avrebbe potuto immaginare. - Ecco - disse - faccio così e tra poco mi esce dalla punta, guarda bene! - Il ragazzo prese una posa molto seria. Con la sinistra si tiene la maglietta sopra la pancia: si vede bene quel fungo che gli spuntava tra le gambe. Con la mano destra se lo faceva scivolare in mano. Giorgia ne seguì attentamente le mosse. Guardando senza formulare un'idea precisa, si rendeva conto di ciò che deve essere era proibito, presa così alla sprovvista, non fu in grado di porre un freno alla tresca. - Ecco - disse - faccio così e tra poco mi esce dalla punta, guarda bene! - Il ragazzo prese una posa molto seria. Con la sinistra si tiene la maglietta sopra la pancia: si vede bene quel fungo che gli spuntava tra le gambe. Con la mano destra se lo faceva scivolare in mano. Giorgia ne seguì attentamente le mosse. Guardando senza formulare un'idea precisa, si rendeva conto di ciò che deve essere era proibito, presa così alla sprovvista, non fu in grado di porre un freno alla tresca. - Ecco - disse - faccio così e tra poco mi esce dalla punta, guarda bene! - Il ragazzo prese una posa molto seria. Con la sinistra si tiene la maglietta sopra la pancia: si vede bene quel fungo che gli spuntava tra le gambe. Con la mano destra se lo faceva scivolare in mano. Giorgia ne seguì attentamente le mosse. Guardando senza formulare un'idea precisa, si rendeva conto di ciò che deve essere era proibito, presa così alla sprovvista, non fu in grado di porre un freno alla tresca.
Era eccitante e poi aveva sete di conoscere certi segreti, l'avrebbero messo in posizione privilegiata con le amiche. Naturalmente, seduta nella vasca, teneva una mano tra le cosce e, spontaneamente, si cura il clitoride gonfio. Renè continuò rapidamente, tenendo le gambe ritte e strette, per spingere il cazzo più in fuori possibile. - Togli la mano e fammi vedere le tette! - lei non voleva ma lui insistette e minacciò di andarsene senza farle vedere più niente. Giorgia l'accontentò. Tante volte l'aveva spiata, adesso ho un paio di sorelle erano tutti per lui, toccando con le dita, carezzandoli, morboso. - Vieni più vicino, adesso - comandò Renè e la ragazza non si volle opporre all'ordine del fratello, si vede che lo voleva troppo! A pochi centimetri dal pene, lo vide fermarsi. - Eccolo, sto cacciando… - disse lui per pura libidine. Grosse gocce lattiginose schizzarono sui seni e sul viso di Giorgia, le prime erano piccolissime ma dopo arrivarono quelle più corpose e cocenti: lei voleva svenire per il piacere: era tutto così nuovo.
Tutto era creato così. Con la nonna sorda, per un mese i due si sono dedicati al sesso, come sono impazziti. La loro stessa ingenuità faceva da sprone a nuove scoperte. Giorgia cominciò a farlo sborrare con le seghe, per ritrovare il profumo di quello sperma che tanto l'aveva eccitata. Poi si fece coraggio: ed iniziò a prenderlo in bocca; qualche giorno dopo, imparò a bere la sborra calda. Impararono insieme a leccare e succhiare; il fratello ricambiava, toccava e suggeva bene fino a farla venire con le labbra e la lingua. Renè era troppo giovane per crearsi problemi di erezione e così tenne una media di circa sei eiaculazioni, tra il giorno e la notte, che cercavano di passare insieme. Ogni occasione era buona, le sporcava le mani, la bocca, ogni parte del corpo. Dopo i primi giorni di giochi, una notte la raggiunse nel suo letto: però quella volta voleva di più. Giorgia sapeva benissimo cos'era la verginità e ne temeva le conseguenze. - Non ci pensiamo nemmeno - disse - dentro non te lo faccio mettere… - - Allora te lo metto nel buco di dietro! - disse il ragazzo. - Sei matto? - replicò la sorella sospettosa - mica si mette, lì? - - Sì che si mette, scema! Tutti i ragazzi selezionati così… - e si perse nel vago. - Cosa vuoi dire? Anche tu lo fai? - - Noi ragazzi, quando siamo da soli ci giochiamo… ci poggiamo il coso dietro e spingiamo; l'ho fatto con Francesco, io. - Mentre parlava, il maledetto si era già infilato sotto le lenzuola e le pressava il pene sui reni, per farle sentire quant'era duro. - Ma solo poggiare, senza entrare nel buchetto? - disse mentre iniziava a sudare. I rapporti continuano la tenevano in un perenne stato di eccitazione, quasi fosse ninfomane. - Solo poggiarlo, non entro, parola! - disse Renè mentre già alzava la vestaglietta liberando il culo a mandolino di sua sorella. Con perspicacia, Renè abbassò il viso fino al culo di lei: liberata dalle mutandine, iniziò a leccarla. Giorgia, si inarcò, per farsi lavorare anche in figa. Renè era bravissimo e iniziò a dedicarsi al buchetto e con la lingua ne apprezzò il sapore e l'odore aspro. Giorgia era sconvolta da quel piacere che non avrebbe immaginato di poter provare. Si sentiva aperta, profanata e disponibile; lei stessa cominciò a desiderare ardentemente di provare cosa si sentiva durante la penetrazione, ma tacque. iniziò a leccarla. Giorgia, si inarcò, per farsi lavorare anche in figa. Renè era bravissimo e iniziò a dedicarsi al buchetto e con la lingua ne apprezzò il sapore e l'odore aspro. Giorgia era sconvolta da quel piacere che non avrebbe immaginato di poter provare. Si sentiva aperta, profanata e disponibile; lei stessa cominciò a desiderare ardentemente di provare cosa si sentiva durante la penetrazione, ma tacque. iniziò a leccarla. Giorgia, si inarcò, per farsi lavorare anche in figa. Renè era bravissimo e iniziò a dedicarsi al buchetto e con la lingua ne apprezzò il sapore e l'odore aspro. Giorgia era sconvolta da quel piacere che non avrebbe immaginato di poter provare. Si sentiva aperta, profanata e disponibile; lei stessa cominciò a desiderare ardentemente di provare cosa si sentiva durante la penetrazione, ma tacque.
Il fratello non era mai stato con un'altra. Da una parte ardeva per farsela, dall'altra non sapeva bene cosa aspettasse. Ma il desiderio non è ascoltato ragioni, un certo punto, la fece stendere supina e le salì addosso, cercando di non pesarle troppo. Fecero una serie di tentativi approssimativi, un paio di volte rischiò di scivolare nella figa e per lei era difficile resistere alla tentazione. Poi riuscì a puntare l'ano, aiutandosi con le dita. Però un paio di spinte in modo sbagliato, procurandole una fitta e tanto spavento. Il cazzo era troppo duro e grosso per essere adoperato con leggerezza. Finalmente le mise la ghiandola nella fessura e l'allargato in maniera repentina. Giorgia urlò e se lo tolse di sopra con uno spintone. - Sei pazzo? Mi hai fatto male! - si voltò sul fianco, offesa e dolorante. Renè, mortificato, si rassegnò e si stese sul letto, sperando almeno in una liberatoria, ma poi si addormentarono, sopraffatti dalla stanchezza. Qualche ora dopo, il ragazzo si svegliò, ancora duro. Al suo fianco, Giorgia dormiva, iniziò a carezzarla tutta, approfittando che era già nuda. Non rinunciò e, lubrificandola a forza di saliva, le puntò di nuovo il sedere. Il buco, rilassato, era cedevole e comunque aveva risentito della botta della sera prima. Lui pian piano ha fatto scorrere la ghiandola attraverso il suo prepuzio e le invase il culo. Il giorno scoprirono che c'era del sangue sul lenzuolo e che era di Renè. Nel rapporto violento gli si era spezzato il filetto del pisello e ancora reso maschile. Il ragazzo era terrorizzato e non voleva nemmeno vederla, per paura di intostare. sopraffatti dalla stanchezza. Qualche ora dopo, il ragazzo si svegliò, ancora duro. Al suo fianco, Giorgia dormiva, iniziò a carezzarla tutta, approfittando che era già nuda. Non rinunciò e, lubrificandola a forza di saliva, le puntò di nuovo il sedere. Il buco, rilassato, era cedevole e comunque aveva risentito della botta della sera prima. Lui pian piano ha fatto scorrere la ghiandola attraverso il suo prepuzio e le invase il culo. Il giorno scoprirono che c'era del sangue sul lenzuolo e che era di Renè. Nel rapporto violento gli si era spezzato il filetto del pisello e ancora reso maschile. Il ragazzo era terrorizzato e non voleva nemmeno vederla, per paura di intostare. sopraffatti dalla stanchezza. Qualche ora dopo, il ragazzo si svegliò, ancora duro. Al suo fianco, Giorgia dormiva, iniziò a carezzarla tutta, approfittando che era già nuda. Non rinunciò e, lubrificandola a forza di saliva, le puntò di nuovo il sedere. Il buco, rilassato, era cedevole e comunque aveva risentito della botta della sera prima. Lui pian piano ha fatto scorrere la ghiandola attraverso il suo prepuzio e le invase il culo. Il giorno scoprirono che c'era del sangue sul lenzuolo e che era di Renè. Nel rapporto violento gli si era spezzato il filetto del pisello e ancora reso maschile. Il ragazzo era terrorizzato e non voleva nemmeno vederla, per paura di intostare. Non rinunciò e, lubrificandola a forza di saliva, le puntò di nuovo il sedere. Il buco, rilassato, era cedevole e comunque aveva risentito della botta della sera prima. Lui pian piano ha fatto scorrere la ghiandola attraverso il suo prepuzio e le invase il culo. Il giorno scoprirono che c'era del sangue sul lenzuolo e che era di Renè. Nel rapporto violento gli si era spezzato il filetto del pisello e ancora reso maschile. Il ragazzo era terrorizzato e non voleva nemmeno vederla, per paura di intostare. Non rinunciò e, lubrificandola a forza di saliva, le puntò di nuovo il sedere. Il buco, rilassato, era cedevole e comunque aveva risentito della botta della sera prima. Lui pian piano ha fatto scorrere la ghiandola attraverso il suo prepuzio e le invase il culo. Il giorno scoprirono che c'era del sangue sul lenzuolo e che era di Renè. Nel rapporto violento gli si era spezzato il filetto del pisello e ancora reso maschile. Il ragazzo era terrorizzato e non voleva nemmeno vederla, per paura di intostare. Nel rapporto violento gli si era spezzato il filetto del pisello e ancora reso maschile. Il ragazzo era terrorizzato e non voleva nemmeno vederla, per paura di intostare. Nel rapporto violento gli si era spezzato il filetto del pisello e ancora reso maschile. Il ragazzo era terrorizzato e non voleva nemmeno vederla, per paura di intostare.
La domenica successiva la nonna andò a messa ... e poi a pranzo dalla sorella. I ragazzi non riusciranno a resistere, ora che abbiano rapporti completi, giocarono un “marito e moglie”. Giravano nudi per casa, spadellando, guardando la televisione, soprattutto facendo sesso, continuamente, in ogni posto della casa ed in ogni posizione. Non si contarono le volte che vennero: insieme, o separato. Passarono un'altra settimana di passione. L'uso continuo rende il culetto di Giorgia completamente disponibile, morbido e arrendevole come una vagina. Il fratello potrebbe incularsela in qualsiasi momento della giornata, anche nel sonno qualche volta. Si passava un po 'di saliva sul ghiandola e la montagna immediatamente: lei per facilitarlo, girava sempre per casa senza mutandine. Le piaceva essere presa, anche controvoglia. Quasi incurante, della penetrazione anale, godeva a fare stabilito degli orgasmi di lui. Qualche volta, Renè le arrivava alle spalle, magari in cucina, che già si stava masturbando, perso nei suoi pensieri proibiti. Giorgia già sapeva cosa fare: si alzava la volontà e si china di quel poco che avrebbe reso scorrevole la penetrazione. Se si trovava lì tranquilla, anche vari minuti a volte, mentre dai movimenti del fratello e del respiro, capiva che era quasi all'acme, allora si allargava le natiche con le dita in modo che il suo buco sfiancato fosse facilmente rintracciabile dal fratello, che entrava subito. Entra nella sorella all'ultimo momento, spesso non inculava spesso una volta: entrava, vieni in treno in galleria, ed emetteva tutto il liquido, depositandolo nella budella di Giorgia e lasciandola piena. Lei nemmeno si puliva, continuando nelle sue faccende.
Giorgia non rimase incinta. Il giorno dopo tornarono i genitori e tutto cambiò, definitivamente.
Dal racconto, Matrimonio combinato di G. Esse Parte Prima. © - Giovanna Esse 2020
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