Dopo mille indecisioni e continui scambi di “Decidi tu” e “No decidi tu”, Dago aveva optato per un ristorante indiano di cui aveva sentito parlare. In fin dei conti era anche vicino a casa, e lui non vedeva l’ora di a
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Un sogno. Cosa altro poteva pensare che fosse? Dago galleggiava in quello stato di torpore che segue un sonno profondo, quella terra di nessuno dove coscienza e fantasia si fondono in un'unica sostanza densa, impossibile da separare.
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Una sera, la sera. Fuori, il rumore della pioggia. Quella che batte contro i vetri come un cuore impazzito. Nella villetta in collina, lontana dalla città, lontana da tutto, Paolo aspettava. Sul tavolo, due bicchieri di vino rosso ancora pi
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Roberta e Dago si risvegliarono che era pomeriggio inoltrato, la luce obliqua che filtrava dalle persiane semichiuse disegnava strisce dorate sulla pelle nuda. I loro corpi, segnati dalle ore di abbandono, reclamavano nutrimenti primari. Rebecca e
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*Caro diario: ho detto tutto questo a Frida ma lo voglio scrivere anche qui ... per non dimenticare.* 5 A quel punto mio zio mi disse di voltarmi lentamente, ma il suo tono non era minaccioso. Girai lentamente su me stesso, senza ecc
, 6 mesi fa | letto 14.4K volte
Il caffè nella moka gorgogliò, riempiendo la cucina del suo aroma intenso. Dago versò il liquido scuro nella tazza, osservando le volute di vapore che salivano verso il soffitto, disegnando arabeschi astratti, mentre la mente
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L'aveva portata sul suo letto come un'offerta a un altare profano. Dopo la furia e la passione travolgente che avevano consumato ogni angolo della casa, era giunto il momento della calma e della dolcezza. I corpi ancora ardenti si cercavan
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“Non ho qui la macchina, ma posso farti una proposta.” Dago guardò Roberta con intensità. “Possiamo chiedere un passaggio, andare a casa mia, prendiamo la mia macchina e ti accompagno a casa.” Robert
, 6 mesi fa | letto 629 volte
I rintocchi del campanile penetrarono nella sua coscienza come aghi sottili, strappandolo dal tepore dei sogni. Dago si mosse nel letto, le lenzuola impregnate del loro odore – un miscuglio di sesso, sudore e il profumo di lei che persisteva
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La cena divenne un rituale di seduzione involontaria, un gioco di desideri mascherato da banalità quotidiana. Dago ordinò cibo cinese d’asporto, una scelta casuale che si trasformò in un preludio erotico. Sul tappeto per
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Si erano accordati. Avevano deciso che un po' di aria non gli avrebbe fatto male, e per evitare spiacevoli incontri, Dago le propose una gita in campagna in un posto tranquillo. Nei suoi occhi brillava una luce particolare mentre le parlava di
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Nel cuore della notte più profonda, quando l'oscurità è così densa da sembrare una presenza tangibile, la coscienza di Dago galleggiava in quella dimensione liquida dove realtà e fantasia si fondono come inch
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